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autore
brano
 
Apuleio
Metamorfosi (l'asino d'oro), X, 4
 
originale
 
4. Repentino malo perturbatus adulescens, quanquam tale facinus protinus exhorruisset, non tamen negationis intempestiva severitate putavit exasperandum, sed cautae promissionis dilatione leniendum. Ergo prolixe pollicetur et bonum caperet animum refectionique se ac saluti redderet impendio suadet, donec patris aliqua profectione liberum voluptati concederetur spatium, statimque se refert a noxio conspectu novercae. Et tam magnam domus cladem ratus indigere consilio pleniore ad quendam compertae gravitatis educatorem senem protinus refert. Nec quicquam diutina deliberatione tam salubre visum quam fuga celeri procellam fortunae saevientis evadere. Sed impatiens vel exiguae dilationis mulier ficta qualibet causa confestim marito miris persuadet artibus ad longissime dissitas festinare villulas. Quo facto maturae spei vesania praeceps promissae libidinis flagitat vadimonium. Sed iuvenis, modo istud modo aliud causae faciens, exsecrabilem frustratur eius conspectum, quoad illa, nuntiorum varietate pollicitationem sibi denegatam manifesto perspiciens, mobilitate lubrica nefarium amorem ad longe deterius transtulisset odium. Et adsumpto statim nequissimo et ad omne facinus emancipato quodam dotali servulo perfidiae suae consilia communicat; nec quicquam melius videtur quam vita miserum privare iuvenem. Ergo missus continuo furcifer venenum praesentarium comparat idque vino diligenter dilutum insontis privigni praeparat exitio.
 
traduzione
 
Il giovane rimase sconvolto da quella inattesa rivelazione e sebbene fosse inorridito dinanzi a un crimine cos? mostruoso, pens? di non esasperare la donna con un netto rifiuto ma di calmarla con vaghe promesse e, intanto, di prender tempo. Cos? le dette tutte le assicurazioni possibili e immaginabili, le disse di tirarsi su, di rimettersi in salute e di attendere che suo padre si assentasse per qualche viaggio perch? allora essi si sarebbero goduti a loro agio. Cos? le disse e subito si sottrasse alla insidiosa presenza della matrigna e and? difilato a trovare il suo maestro, un vecchio di molta esperienza e di gran senno, pensando che in una cos? grave sciagura familiare fosse urgente un qualche saggio consiglio. I due ragionarono a lungo e insieme convennero che l'unico rimedio era quello di sottrarsi con la fuga alla tempesta che il destino avverso addensava su quella casa. Ma la donna che non ce la faceva pi? ad aspettare, con un pretesto qualsiasi e con straordinaria abilit? riusc? a convincere il marito a recarsi subito in certe sue propriet? molto distanti di l?. Fatto questo, ancor pi? eccitata perch? vedeva appagata in anticipo la sua speranza, pretese che il ragazzo, come le aveva promesso, si concedesse alla sua libidine. Ma il giovane, ora con una scusa ora con un'altra, cerc? di eludere l'infame convegno, tanto che la donna comprendendo chiaramente da tutti quei pretesti che egli non aveva alcuna intenzione di mantenere la sua promessa, con estrema volubilit?, mut? il suo nefando amore in un odio ben pi? terribile. E chiamato un suo schiavo che s'era portato in dote, uno scellerato capace di tutti i delitti, lo mise a parte delle sue criminali intenzioni, e a entrambi non parve cosa migliore che uccidere lo sventurato ragazzo. Cos? la matrigna mand? subito quel delinquente a procurarsi un veleno a effetto istantaneo che, accuratamcnte sciolto nel vino, doveva togliere di mezzo il figliastro innocente.
 

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